Ernia del disco intervertebrale

ernia disco

Cos’è
L’ernia del disco è la fuoriuscita del nucleo polposo del disco intervertebrale attraverso una rottura della parte più esterna del disco stesso. È un evento conseguente a un danno meccanico della parte esterna che può conseguire ad una degenerazione o a una rottura improvvisa secondaria a uno stress meccanico. A seconda del punto in cui il disco fuoriesce si può avere una compressione o meno di una radice nervosa. Questa compressione meccanica causa dolore. Oltre alla compressione vengono liberate delle sostanze chimiche che mediano il dolore e l’infiammazione. L’ernia discale può manifestarsi a livello cervicale, dove è molto rara e può dare sintomi prevalentemente ad uno o all’altro braccio fino alla mano, o a livello lombare, caso in sintomi si manifestano a livello di una gamba. L’ernia è più frequentemente sintomatica a livello lombare che a livello cervicale perché il canale vertebrale (quello dove passa il midollo e si “affacciano” i dischi) è più largo a livello del collo. I sintomi principali sono il dolore lungo una gamba, spesso descritto come una scossa o un bruciore, il formicolio, a volte una riduzione o perdita di sensibilità e meno frequentemente la perdita di forza. La guarigione è spontanea! L’ernia tende a disidratarsi, ad asciugarsi e viene in parte “mangiata” dai macrofagi, cellule che fanno parte del sistema immunitario. Quindi la riduzione del volume va a risolvere la compressione e permette la scomparsa progressiva dei sintomi. Di solito la risoluzione dei sintomi in tempi rapidi, pochi giorni, al massimo un mese mezzo. Talvolta, in casi meno frequenti, i tempi di guarigione diventano lunghi, e il dolore, pur migliorando, persiste a lungo. Per la diagnosi basta la visita medica, che permette di escludere altre patologie senza bisogno di fare subito la risonanza. La risonanza può essere utile se il dolore persiste a lungo (quindi non prima di un mese mezzo) oppure in previsione di un intervento chirurgico.


Devo per forza operarmi?
Fino a qualche anno fa le ernie venivano operate molto frequentemente. Poi si è stato dimostrato che non era necessario, e che molti interventi decisi frettolosamente portavano a pessimi risultati. Quindi oggi si opera molto meno e solo in caso di perdita di forza che non recupera nell’arco di un mese e mezzo (perché se si superano questi tempi diventa difficile il recupero completo della forza) oppure un dolore insopportabile che dura 2-3 mesi. In ogni caso la scelta se operarsi o meno è del paziente, che deve essere correttamente informato, che deve sapere che a distanza di 5 anni dall’esordio del suo problema di ernia non sono differenze in termini di dolore e funzionalità tra chi si è operato e chi si è curato in maniera non chirurgica.


Come mi posso curare?
La prima terapia è la corretta informazione del paziente: di fronte ad una persona che sta male ed è spaventata il medico deve tranquillizzare circa la natura benigna del problema che tende a guarire spontaneamente. Nei primi giorni possono dare giovamento gli antinfiammatori, partendo dal paracetamolo. Non è chiaro oggi se sia meglio usare il cortisone oppure no perché il suo marcato effetto antinfiammatorio da un alto può far migliorare i sintomi ma dall’altro può rallentare il processo di riassorbimento. La gestione in prima battuta deve essere affidata al medico di base, non a fisioterapisti o a medici specialisti, perché la guarigione è spesso rapida. Se il dolore e i sintomi tendono a persistere è utile consultare un medico specialista, esperto in patologie vertebrali e intraprendere un percorso riabilitativo fatto di informazioni, educazione ed esercizi per favorire il recupero spontaneo e prevenire le recidive, che sono più frequenti per un paio di anni. Gli esercizi devono essere scelti e personalizzati da un fisioterapista secondo test che valutano le risposte al dolore e sono finalizzati a un progressivo recupero fisico. Se il dolore è molto intenso possono essere utili le infiltrazioni di cortisone, che danno a breve termine un miglioramento del dolore e si possono associare al percorso riabilitativo.


Esistono altre cure?
Non sappiamo ancora in maniera scientifica se possano essere efficaci terapie alla moda come le manipolazioni, l’osteopatia, la chiropratica e l’agopuntura. Secondo alcuni esperti le manipolazioni a livello dell’ernia sono assolutamente controindicate. Per quanto riguarda le terapie fisiche come le TENS, gli ultrasuoni, il laser e un’altra terapia alla moda, la Tecar, non sono stati prodotti studi scientifici che ne attestino la reale efficacia.

Articolo tratto dal sito www.fabiozaina.com,a cura del Dott. Zaina, Medico Chirurgo specialista in Terapia Fisica e Riabilitazione